Da Pescegallo EE 3,20 ore
Dislivello 1.200 metri
Una domenica dell’ottobre 2014, visto il tempo ancora ottimo, decidiamo di andare al Pizzo, l’anno scorso salii da Premana, l’escursione fu bella ma davvero lunga, quest’anno per variare decidiamo di farlo da Pescegallo per la via normale.
Partiti alle 8 di mattina, dal parcheggio a 1.454 mt l’aria è subito fresca, ci saranno 4/5°, seguiamo le indicazioni ed i bolli sulle rocce, per raggiungere prima le baite del Dossetto e poi quelle del Pic a 1.800 metri circa, con bellissima vista sul gruppo del Masino, dal Badile al Disgrazia.
Scendiamo poi leggermente fino al grande Lago di Trona il quale va attraversato sulla diga.
La giornata è bellissima, il cielo pulito, il Pizzo però rimane ancora nascosto dietro.
Dal lago di Trona decidiamo di fare il sentiero direttissimo per il grazioso lago d’Inferno che raggiungiamo poco dopo per irto sentiero a 2080 metri.
Attraversiamo anche qui la diga e ci dirigiamo verso il vicino rifugio Falc, individuabile per l’alta bandiera che svetta sul colletto antecedente.
Al Falc facciamo colazione e dopo 15 minuti ripartiamo per la cresta di Piazzoco, percorsa la cresta integralmente arriviamo senza difficoltà in vetta al Pizzo in 3 ore e 15 minuti.
Il dislivello di salita è stato di circa 1250 metri e lo sviluppo di poco oltre gli 8 Km, diciamo che è una salita un po’ impegnativa ma tecnicamente facile, a me è piaciuta molto, credo sia uno dei più bei sentieri che abbia mai fatto.
La cima è affollata, ci fermiamo un tre quarti d’ora e decidiamo di scendere per il versante bergamasco (via rifugio Benigni) per fare un bell’anello.
Scendendo a ritroso il primo pezzo della cresta, svoltiamo a destra (indicazione “Sfinge” su un masso) per scendere verso la bocchetta d’Inferno. Il sentiero (che è la normale dalla bergamasca) è male bollato e ci sono solo sparuti ometti, andiamo leggermente fuori traccia e ci infiliamo in un traverso innevato da disarrampicare poco simpatico, ma io e Fabio bene o male passiamo, arrivati alla bocchetta seguiamo le indicazioni per il Benigni, ma commetteremo un errore, così facendo perderemo quota fino ad incrociare il sentiero 101 proveniente dalla Grassi e ci abbasseremo fino a 2.050 metri! In realtà alla bocchetta avrebbe dovuto esserci un indicazione su un masso che indicasse un sentiero per escursionisti esperti verso il lago Piazzotti che ci avrebbe permesso mantenendo la quota di arrivare in più breve tempo al rifugio.
Scendendo passiamo in fianco alla bellissima Sfinge.
Dopo aver incrociato il 101 lo seguiamo in direzione Benigni e ci tocca risalire fino ai 2.314 metri della cima Giarolo (grosso gendarme in vetta) e con qualche sali/scendi sotto un caldo sole giungere finalmente al Benigni.
Qua dopo un ottimo pranzo e un po’ di riposo ripartiamo verso Pescegallo; le opzioni sono due o proseguire sul 101 fino al passo di Salmurano e scendere per le piste da sci, oppure fare un ripido canalino in discesa fino a un laghetto posto a 1800 metri ed in breve raggiungere il parcheggio (secondo la rifugista!) ovviamente scegliamo la via breve, anche perché sono le 15.30 e non verrà buio tardissimo.
Il canalino di discesa però è bello ghiacciato e un segnavia ci indica Pescegallo a destra e il sentiero torna a salire… a me pare strano e telefono al rifugio per chiedere lumi… Mi dicono essere corretto, “salirà solo qualche metro”.
La traccia invece si fa stretta, ripida ed impervia, passa sotto le reti para-slavine delle piste da sci e ci riporta su ai 1900 metri dell’arrivo della seggiovia nei pressi del rifugio Salmurano!
Probabilmente il segnavia era stato girato o era impreciso, però i rifugisti avrebbero potuto darci indicazioni migliori!
Sono ormai le 17 passate e inizia a essere scuro… Ovviamente le lampade frontali sono rimaste a casa
Fortunatamente però basta seguire la pista cementata sotto la seggiovia per tornare al posteggio alle 18!
Il ritorno è stato un po’ un calvario, abbiamo camminato per oltre 4 ore, dovendo risalire altri 400 metri, facendo quasi altri 10 km.
Comunque un bellissimo giro!