Pizzo di Trona 2.510 metri
Via normale F+ 2,45 ore
Dislivello 1.200 mt da Laveggiolo
Il pizzo di Trona è un po’ che lo ammiro, mancava solo l’occasione per provare a salirlo.
In solitaria, nel settembre del 2015, posteggio l’auto verso le 9 a Laveggiolo, si parte da 1.470 metri circa.
Mi avvio con calma sulla strada sterrata che arriva fin quasi al lago d’Inferno passando per il rifugio Trona Soliva, che raggiungo in un’ora e poco.
Riparto sul sentiero dove si puo’ già vedere la diga d’Inferno.
In breve lascio a destra prima la svolta per la bocchetta di Trona (che mette in comunicazione con la valle del rifugio Casera vecchia di Varrone) e poi la deviazione per il rifugio Falc, giungendo così alla diga… Si seguono le indicazioni su un masso che fanno costeggiare il lago dalla parte sinistra (spalle alla diga), ci sono comunque le bandierine; finché si stacca una labile traccia che mi porta verso la cresta del pizzo di Trona. Qua è molto ripido ed a ogni passo faccio scivolare giù detriti, sarebbero servite le bacchette… Seguendo qualche bollo bianco/rosso arrivo in cresta, ma il tutto era comunque logico ed evidente…
Da qua bisogna seguire la cresta piuttosto affilata, la croce di vetta è già visibile molto in piccolo.
Proseguendo sulla cresta diventa bella affilata ed iniziano le catene, mi lego, l’esposizione è abbastanza forte…
Passata la crestina si arriva alla famosa placca, la catena sta proprio nel mezzo dove è liscia… a sinistra e a destra della catena sugli spigoli si riesce ad arrampicare bene II+ però se si vuole stare legati il tratto finale della placca si è obbligati a tirare la catena, il centro è scevro di appigli e una scivolata qua causerebbe 10 metri prima di raggiungere il fittone della catena… Meglio non rischiare…
Passata la placca l’ambiente diventa davvero incontaminato e selvaggio… i bolli sono pochi e vecchi, in un paio di occasioni sbaglio, ma puntando il filo di cresta prima o poi si trova qualche riferimento…
Si passa un canalino un po’ verticale II e in breve si arriva alla stretta vetta.
Ci sono arrivato in poco meno di 2,40 ore da Laveggiolo, come al solito quando sono solo vado sempre spedito, il dislivello sarà sui 1100 metri.
Gran soddisfazione comunque
La vetta è molto panoramica e si puo’ osservare dal Bernina al Disgrazia, Cegalo e Badile e dal Legnone tutta la cresta che porta verso il Resegone, con le Grigne alle spalle.
Davanti a noi il tre Signori affollato e il pizzo Varrone.
Con calma ritorno sui miei passi, impreco un po’ per scendere il canalino (ho anche la corda e il materiale per le doppie, ma di appigli sicuri non ne vedo quindi evito di tirare fuori il tutto) e una volta arrivato alla placca scelgo di scenderla appeso alla catena.
Ripasso l’aerea crestina e con qualche derapata sugli sfasciumi torno al lago d’Inferno.
Ormai è quasi la una e decido di attraversare la diga e di andare al Falc per un boccone.
Dopo una buona lasagna torno verso la diga ma prima di raggiungerla seguo la deviazione per il Trona Soliva, prima di esso decido di andare alla bocchetta di Trona, per ammirare l’altra parete del pizzo Varrone
Quindi transitando nuovamente dal Trona Soliva, arrivo all’auto giusto in tempo per evitare un forte temporale
Cima che aspettavo da tempo ma che ha ampiamente ripagato le attese. La salita non è banale ma mi ha soddisfatto maggiormente del più blasonato e alto Tre Signori, i panorami e gli ambienti sono davvero spettacolari, la frequentazione non è alta, dà proprio l’idea di selvaggio. Portare imbrago e cordino per assicurarsi durante l’ascensione.